Frequently Asked Questions

LUCI DI HESSDALEN

 

Dov'è situata la località di Hessdalen?

Hessdalen è una piccola valle in Norvegia nella municipalità di Holtålen, situata vicino al confine con la Svezia a 90 Km a sud-est da Trondheim e a circa 30 Km da Røros. La vallata è lunga 12 Km e conta circa 200 abitanti.  

Hessdalen: (Sør-Trøndelag) chiesa in Holtålen . Latitudine e longitudine 62°47′26″N 11°10′52″E (62.7907 11.1813);  Altitudine: ca. 615 m a.s.l.


Cosa sono le luci di Hessdalen?

Le luci di Hessdalen (Hessdalen Light Phenomena, HP) è un fenomeno luminoso al momento senza spiegazione e che si manifesta nella bassa atmosfera di questa località (da qui il termine di luci di Hessdalen). Secondo le testimonianze, le luci possono assumere varie forme, dimensioni e colore;  anche se  la forma maggiormente osservata è quella sferica. Nel corso degli anni sono stati riportati, sia da testimonianze oculari che dalle telecamere della Blu-Box, fenomeni luminosi di varie dimensioni angolari. La luce può risultare continua o lampeggiante; mentre il movimento, a seconda delle varie testimonianze raccolte, può variare da un apparizione statica ad un movimento rapido ed erratico. Il tempo di vita del fenomeno varia  da alcuni secondi  fino ad alcuni minuti. L'impossibilità di fornire una spiegazione immediata sulla reale natura di questi avvistamenti, ha attirato nel corso degli anni l'attenzione e la curiosità di molte persone, diverse delle quali hanno legato il proprio nome al tentativo di svelare il mistero che si cela dietro a queste apparizione. Fra queste ricordiamo Erling P. Strand e Bjorn Gitle Hauge, entrambe del dipartimento di ingegneria e scienze naturali del Østfold College (HiØ-IR) e Leif Havik ed al loro Project Hessdalen.

In Italia la fenomenologia di Hessdalen fu fatta conoscere grazie all'interessamento e ai relativi lavori, che ne scaturirono, dall'astrofisico Massimo Teodorani.


Quali sono le ipotesi e le supposizioni espresse sino ad ora per tentare di interpretare il fenomeno?

Tralasciando le proposte più esotiche e folcloristiche, sono varie  le ipotesi avanzate in questi anni. Si va da azioni della fisica dei plasmi ai fenomeni piezoelettrici legati alla litosfera locale. Si ipotizza l'esistenza di sacche di energia (SCEB) che in particolari situazioni possono emettere radiazioni nel campo del visibile. Si  ipotizza, vista l'elevata latitudine della località in questione, possibili correlazioni con l'attività del Sole (macchie e vento solare) e con la ionosfera. Non si esclude che la  presenza di radon nella bassa atmosfera possa contribuire alla formazione di HP.


Ad Hessdalen esiste solo un fenomeno HP?

No, in passato si sono avute alcune osservazioni di oggetti strutturati, alcuni dei quali a forma sigariforme, color acciaio (3 casi). Questo ha fatto sì che si parlasse di UFO e attirando  l'interesse degli ufologi. Col passare del tempo si arrivò a ritenere che la maggior parte delle osservazioni potessero essere spiegate con fenomeni di tipo naturale e ciò fece scemare l'interesse degli ufologi.


E' vero che i fenomeni HP rispondono in modo intelligente?

Non propriamente. Nella campagna osservativa del 1984 e più precisamente il 12 Febbraio alle ore 20:41, in presenza di un fenomeno luminoso alcuni ricercatori vi puntarono contro un laser e un faro di automobile. Le sfere luminosa, coinvolta in questa sorta di esperimento, variò la propria frequenza di pulsazione. Ciò venne interpretato come un segno di intelligenza  insita nel  fenomeno.

Molto probabilmente la variazione del lampeggio fu dovuta al  contributo energetico apportato dal laser o dalla luce scaturita dal faro al livello interno di energia presente nel HP e ciò può aver generato una variazione nel lampeggio. Pur essendo quest'ultima un’ ipotesi tuttora al vaglio dei ricercatori e quindi non ancora confermata in maniera scientifica, risulta sicuramente più verosimile rispetto a quella che vuole il fenomeno luminoso dotato di intelligenza propria. Inoltre va ricordato che solamente una volta venne osservata questa particolare caratteristica e per di più l'interazione fenomeno HP e laser non sottostava a nessun protocollo metodologico precedentemente ideato da attestarne poi la validità scientifica. In nessuna delle successive missioni vennero condotti esperimenti tendenti a confermare e/o a confutare questo comportamento del fenomeno, pertanto va considerato come una "singolare" curiosità e non come una caratteristica intrinseca del fenomeno HP.


E' vero che i fenomeni HP si muovono a velocità incredibili?

Nella campagna osservativa del 1984 (27/01-26/02),  fu utilizzato un radar Atlas 2000 che  registrò un totale di 36 tracce anomale, di cui tre coincidenti  con l'osservazione diretta nella controparte ottica.

Proprio per uno dei casi in cui si ebbe il doppio riscontro (radar e ottico),  il radar misurò una velocità minima di 30.500 km/h circa.

Durante la missione EMBLA 2002 (pp. 27-30) attraverso il radar realizzato da Stelio Montebugnoli e collaboratori, sono emerse diverse analogie con quanto osservato nell'inverno del 1984. Vari eco rilevati dal radar, ma nessun riscontro nella controparte ottica e alcuni di questi eco suggerivano spostamenti rapidissimi del target inquadrato.

In conclusione sono necessarie ulteriori ricerche e campagne osservative per comprendere la reale natura di questi echi radar e suffragarne l'eventuale legame con il fenomeno luminoso.


Il fenomeno di Hessdalen lascia tracce sulla neve?

No, erroneamente sono stati ascritti al fenomeno di Hessdalen alcune tracce rinvenute sulla neve di Øydeskyvatn all’inizio degli anni ‘90.

Il tutto nasce da una errata interpretazione di un articolo di You Suo Zou e uno di Erling Strand inerente al fenomeno di Hessdalen in cui viene riportato anche il fatto che un evento luminoso simile al HP avvenuto in un altra località della Norvegia aveva lasciato una traccia a spirale sulla neve. In realtà le due località distano alcune centinaia di kilometri una dall’altra. Per un approfondimento, contiamo prossimamente di pubblicare una nota di Roberto Labanti.


Il fenomeno di Hessdalen genera sferule metalliche nel terreno?

Nell'estate del 2002 i ricercatori Massimo Teodorani e Gloria Nobili effettuarono una spedizione scientifica nella vallata di Hessdalen. Durante questa missione vennero raccolti campioni di terreno nei pressi del fiume in località Varhus dove un testimone vide una grossa palla luminosa toccare il terreno. Una volta rientrati in Italia i campioni di terreno (uno venne prelevato nella zona del presunto contato, mentre i restanti due vennero acquisiti ad una certa distanza come campioni di riscontro) vennero sottoposti ad analisi chimica e mineralogica. Nel campione di terreno target che presentava una radioattività di fondo leggermente più alta rispetto agli altri, ma definibile ancora nella norma, vennero rinvenute delle micro sferule metalliche all’apparenza del diametro di circa 20 micron.

Tale rinvenimento non può però essere associato in maniera univoca ed assoluta al fenomeno luminoso in quanto la presenza di micro sferule in terreni e ambienti di vario genere è assai diffusa e ben risaputa specialmente fra i ricercatori e appassionati di micrometeoriti (ipotesi avanzata tra l'altro anche dallo stesso Teodorani).

Ogni giorno cadono sulle superfici emerse della Terra circa 14000 tonnellate di pulviscolo e particelle meteoriche; spesso dalla forma sferoidale e dalla composizione ferrosa presentano una dimensione uguale a quelle rinvenute ad Hessdalen.  In molti siti internet dedicati all'argomento, viene incentivata la ricerca e la raccolta di queste micro-sferule ferrose tramite l'ausilio di un magnete con il quale si setacceranno le acque piovane raccolte dalle grondaie in bacinelle.


Cos'è il Project Hessdalen?

Agli inizi degli anni '80 i fenomeni anomali che si verificarono ad Hessdalen furono così numerosi da attirare l'attenzione dei mass-media nazionali e stranieri su questa vallata norvegese. L'interesse suscitato da questa fenomenologia fece sì, che alcuni appassionati di allora decidessero di  dare vita ad un progetto di studio permanente, per comprendere e spiegare l'origine di queste luci.

Nacque così nel 1983 il “Project Hessdalen” ad opera di  Erling Strand del Østfold College (HiØ-IR). Nel 1984, Strand pubblica il primo Rapporto sui fenomeni di Hessdalen. A Strand  si assocerà in seguito il suo collega Bjørn Gitle Hauge


Cos'è la blue-box?

Letteralmente “scatola blu”. Non e' altro che un container voluto ed installato dal Project Hessdalen. nella vallata omonima, dove poter alloggiare permanentemente i vari strumenti attraverso i quali si può monitorare l'evolversi del fenomeno. Tecnicamente definita AMS (Automatic Measurement Station) si trova a 62°49’17” di latitudine nord e 11°12’7” longitudine est. Collocata lì il 7 agosto 1998.


Cos'è EMBLA?

Protocollo di collaborazione fra  Østfold College (HiØ-IR), nelle persone di Erling Strand e Bjørn Gitle Hauge,  e l'Istituto di Radioastronomia in Medicina (Bo) CNR-IRA (team di Stelio Montebugnoli) per lo sviluppo di nuove tecnologie rivolte al monitoraggio del HP. Questa collaborazione formale iniziò nel 1999 e si protrasse fino al 2001 dando origine alle spedizioni osservative EMBLA 2000 e EMBLA2001.

Nell'estate 2002 si tenne la missione EMBLA 2002, dove si continuò ad usare il termine EMBLA  sia per comodità e sia per dare continuità al progetto internazionale, visto che gli studiosi operavano privatamente.

Da quel momento in avanti pur non esistendo più un protocollo di collaborazione fra Østfold College (HiØ-IR) e CNR-IRA (dal 2005 il CNR-IRA è divenuto INAF-IRA), alcuni ricercatori dell'istituto di radioastronomia continuarono ad interessarsi al fenomeno a titolo esclusivamente personale nel proprio tempo libero, con i propri mezzi e al di fuori dell'orario di lavoro; autofinanziandosi e reperendo fondi e mezzi grazie all'azione del CIPH. Anche le varie missioni tenutesi ad Hessdalen furono (e sono) effettuate da questi ricercatori usufruendo del proprio tempo libero.


Cos'è il CIPH?

Nell’estate del 2000 nove studiosi di fenomeni “aerei insoliti” Renzo Cabassi, Nico Conti, Roberto Labanti, Roberto Raffaelli, Maurizio Morini, Alessandro Zabini, Marco Piraccini, Massimo Silvestri, Marco Orlandi   interessati al fenomeno HP diedero vita al CIPH: Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen; nel 2002 i promotori originari sono stati affiancati da Flavio Gori (portavoce del comitato per quell’anno)  e da Matteo Leone (fisico, direttore scientifico  della missione  2002 ). Lo scopo dei CIPH - nella versione inglese ICPH: Italian Committee for Project Hessdalen - è quello di promuovere la ricerca sulla fenomenologia presente nella vallata norvegese coinvolgendo settori del mondo scientifico interessati allo studio di questi accadimenti in atmosfera e soprattutto reperire i fondi necessari a tale ricerca.

Le forme di collaborazione di ricercatori interessati a Hessdalen hanno, in prima battuta coinvolto,  il “Project Hessdalen” norvegese (vedi voce), i ricercatori dell’Istituto di Radioastronomia di Medicina (Bo) e l’astrofisico Massimo Teodorani (vedi voce “chi si occupa di HP); quest’ultimo e anche stato il direttore scientifico delle missioni 2000 e 2001.

Come si potrà facilmente immaginare le spedizioni nella valle di Hessdalen hanno un costo,  reperire i fondi necessari è uno degli scopi principali del CIPH. La maggior parte dei fondi occorrenti per le missioni provengono degli sponsor del Comitato, tali sponsor sono ricercati specialmente tra aziende che potrebbero essere interessate a seconda di quello che producono/commerciano  alle spedizione organizzate dal CIPH; per esempio (Studio Emme Elettronica ha fornito parte della componentistica per il sistema MPS e gli strumenti ULFO ed ELFO, Sitesolutions fin dall’inizio ha ospitato il sito web del Comitato, la Liod azienda leader nell’abbigliamento destinato all’alpinismo ha fornito parte  degli indumenti utilizzati durante la spedizione  invernale del 2004, ecc).

Il Comitato lavora per sensibilizzare  istituzioni locali, nazionali e internazionali nei confronti della ricerca sui Fenomeni Luminosi in Atmosfera (FLA). All’iniziale e preziosa collaborazione con il CNR-IRA sono in via di definizione altre collaborazioni con istituzioni locali come: comuni , enti no-profit, Consolato norvegese di Bologna, sia per lavorare insieme su progetti di ricerca sia per ottenere un patrocinio o un auspicio alle nostre attività e infine organizzando convegni d’informazione sul nostro lavoro.

L’attività del CIPH non si limiterà alla vallata di Hessdalen, ma interesserà anche il territorio italiano. Sono allo studio attività d’indagine e ricerca in siti nazionali interessati da attività FLA, come : Valle del Reno nell’Appennino bolognese, zona costiera  adriatica dei pressi di Gabicce,  Sassalbo  nella Lunigiana e altri ancora.


Quali strumenti sono stati utilizzati fino ad ora?

Fin dalla prima campagna osservativa tenutasi nei mesi invernali del 1984 ( 27/01 – 26/02) sono stati dispiegati molti strumenti che potessero penetrare il mistero delle HP. Nel 1984 oltre alle macchine fotografiche sono stati impiegati i seguenti strumenti: un radar Atlas 2000 (lung. d'onda 3 cm portata max 33 Km), un sismografo, un magnetometro, un analizzatore di spettro nella banda radio con copertura da 150Khz a 1250 Mhz, un misuratore di intensità di campo, un contatore Geiger, un visore IR , un laser e una fotocamera dotata di reticolo di dispersione per l'analisi spettrografica. Ma è solo dopo l'installazione della blue-box che si è avuto un salto qualitativo nella ricerca. Infatti da questo momento in avanti l'analisi strumentale del fenomeno luminoso non era più limitata al ristretto periodo di una spedizione, bensì si protraeva per tutto il periodo dell'anno. Sono state installate e messe in funzione  telecamere (b/n e colori) sensibili al movimento video, un magnetometro fluxgate tri-assiale;  ricevitori e analizzatori di spettro nel gamma radio, una stazione meteo, un radar, etc.

Inoltre, furono installati strumenti di provenienza italiana, con lo scopo di verificare alcune ipotesi avanzate dai nostri ricercatori. Fra questi ricordiamo ELFO, un misuratore di campo elettrico, EFM, un radar operante sui 450 Mhz ideato dal team di Stelio Montebugnoli e un fotometro veloce che permette di rilevare l'eventuale periodo di pulsazione del fenomeno luminoso.


Cos'è  ELFO?... e ULFO?

ELFO (Extremely Low Frequency Observer) e ULFO (Ultra Low Frequency Observatory) sono due sofisticati ricevitori che permettono il monitoraggio nel campo radio delle frequenze da 1 a 10 Khz  (elfo) e da 0,1 a 30 Hz (ulfo). L'importanza di questi due strumenti risiede nel fatto che nella loro banda di ricezione ricadono molte delle radio-emissioni naturali.

Le tempeste solari, i sismi, i fulmini, le interazioni fra ionosfera e litosfera e molti altri accadimenti naturali generano onde radio  in questa gamma di frequenze. Per una possibile analogia si presuppone che anche gli HP possano  generare onde radio in questa banda ed un loro eventuale rilevamento aiuterebbe a comprendere la natura di queste luci. Questo campo di ricerca si avvale della collaborazione di Renato Romero, VLF.IT


Cos'è MPS?

Mini Portable Station (MPS) per missioni invernali, ideato e relalizzato dal team di Medicina (Monari J., Montebugnoli S., Poloni M.), è un dispositivo trasportabile che permette la trasmissione audio e video da una postazione remota verso una base operativa. L'uso di questo strumento si è reso necessario durante i rigidi mesi invernali, quando nella vallata norvegese si possono raggiungere i  –30°C. A queste temperature non solo risulta difficoltoso condurre una campagna osservativa notturna, ma è estremamente arduo il raggiungere i siti osservativi causa le abbondanti quantità di neve e ghiaccio presenti sulle strade. L'MPS risulta costituito da due parti:

a) una parte mobile formata da telecamera b/n con relativo contenitore; antenna direzionale trasmittente e un box in alluminio isolato termicamente in cui trovano alloggio un set di batterie al pb-gel (autonomia 7/8 h a seconda della temperatura esterna); un termostato e relativa resistenza di riscaldamento; un trasmettitore audio/video a quattro canali a 2,4 Ghz, un booster di amplificazione a 2,4 Ghz e un ricevitore VLF dell'INSPIRE. Nel canale video viene inserito il segnale proveniente dalla telecamera, mentre nel canale audio il segnale vlf prelevato dal ricevitore INSPIRE.

b) La parte presente al campo base è costituita da un'antenna direzionale ricevente; un ricevitore a quattro canali audio/video a 2,4 Ghz. Il segnale audio + video viene registrato su cassette DV oppure inviato al pc portatile.


Cos’è SOSO, Smart Optical Sensors Observatory?

Nell’autunno 2006, il CIPH ha varato un programma per la progettazione e la  realizzazione di strumentazione automatica nel campo ottico.  Coordinatore del progetto e realizzatore Massimo Silvestri, SOSO è basato su un sistema di telecamere gestite da software per la registrazione automatica di eventi luminosi transitori o comunque visibili in cielo, ed  è strutturato per integrarsi e correlarsi con altra strumentazione, come radar, rilevatore ceraunico, ricevitori VLF, sismografi, ecc.). Una versione di SOSO è predisposta per l’installazione in un container di He.R,A. (Hessdalen Research Association) che verrà collocato in un punto ottimale della Valle di Hessdalen. I test, iniziati nella primavera del 2007, hanno dimostrato le buone performace dello strumento. Sono state rilevate centinaia di meteore più o meno luminose, satelliti artificiali e velivoli di progetti spaziali internazionali.  SOSO ha rilevato, inoltre, e per la prima volta in Italia, eventi red sprite (TLE, Transient Luminous Events)


Chi si occupa di HP?

Sembra un paradosso, ma per la fenomenologia di Hessdalen vi è un maggior seguito in Italia che nel resto del mondo. Norvegia inclusa!

Primo in ordine di tempo fra tutti, l'astrofisico Teodorani che iniziò a studiare le luci norvegesi già nei primi anni '90 (del secolo scorso), dando seguito a questo suo interesse con pubblicazioni e conferenze attraverso le quali fece conoscere ad un pubblico interessato, quanto avveniva in questa remota vallata norvegese. Dalla diffusione di questi primi studi  iniziò a coagularsi intorno alle HP l'interesse di molte persone; alcune col tempo diedero vita al CIPH (vedi sezione apposita), altri, vista la loro occupazione, poterono approfondire le loro conoscenze  grazie alla partecipazione al progetto EMBLA.

Pur essendo definitivamente conclusa la collaborazione fra  Østfold College e il CNR-IRA di Medicina, questa cooperazione lasciò un segno profondo in questi  ricercatori italiani tanto che, attualmente, a titolo puramente personale e nel proprio tempo libero continuano la loro opera di ricerca e di presenza nella vallata norvegese. Negli stessi anni del progetto EMBLA iniziò l'interesse di  Flavio Gori coordinatore europeo del progetto NASA-INSPIRE, esperto nel campo delle elf-vlf. In questi anni arrivarono anche i fisici Matteo Leone Michele Moroni M., Romano Serra e gli astrofili Massimiliano Di Giuseppe e Ferruccio Zanotti (Serra, Di Giuseppe e Zanotti hanno partecipato ad una sessione di osservazioni nel 2003).


Come avere informazioni approfondite e aggiornate sulla ricerca ad Hessdalen?

Nel 2006 abbiamo ospitato l’International Project Hessdalen Workshop. Un volume di 190 pagine pubblicato nel 2007, i Proceedings,  contiene i 25 interventi  presentati al meeting,

Utile poi controllare periodicamente questo sito web e il sito CIPH. Per il materiale pubblicato su la storia e le ricerche sui fenomeni HP, vedasi anche il database on-line che il nostro comitato ha realizzato per i vari soggetti delle nostre ricerche. La chiave di ricerca per la bibliografia sui Fenomeni di Hessdalen è HP.


Come collaborare?

Il CIPH coordinato da Renzo Cabassi, è un gruppo di privati che si è costituito in comitato con l'impegno a raccogliere denaro e mezzi tecnici, per supportare la ricerca sui FLA, e la divulgazione degli studi sviluppati dai vari ricercatori.

I mezzi sono sempre al limite della sufficienza, per cui è gradito il supporto, in qualsiasi modo, e non solo finanziario alla ricerca.

Oggi il CIPH vanta una rete di fisici e tecnologi, che a titolo gratuito e privato impegnano molto del loro tempo libero per le missioni e l'analisi dei dati raccolti.

Vi sarebbero molte attività da svolgere oltre le già onerose missioni. Tenere aggiornato il sito, analizzare la mole di dati raccolti dalla strumentazione automatica e no, pubblicare i lavori, realizzare convegni tecnici.

La comprensione dei Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera potrebbe portare conoscenze socialmente utili, vedi anche solo la possibilità di comprendere certi fenomeni come i precursori sismici, nel caso che alcune teorie avanzate risultassero comprovate.


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