EQL Earth Quake Light Luci Sismiche
EL Earth Light Luci Telluriche
HELP Hessdalen-Like Phenomena

CIPH
Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen
Italian Committee for the Project Hessdalen

FULMINI GLOBULARI
BLITA: UN PROGETTO ITALIANO
DI CATALOGAZIONE DELLE OSSERVAZIONI
Paolo Toselli
ptoselli@tin.it

 

Pensate a una palla luminosa che compare all'improvviso a mezz'aria e si muove erraticamente. Poco dopo esplode con fragore o, a seconda dei casi, svanisce silenziosamente senza lasciar traccia alcuna, a volte solo uno strano odore. Può attraversare corpi solidi senza conseguenze, oppure provocare danni a cose e persone.

La scienza lo chiama fulmine globulare (in inglese Ball Lightning, o più brevemente BL) a causa della forma prevalentemente sferica e del supposto collegamento con i normali fulmini, o perlomeno coi temporali, ma sono numerose anche le osservazioni a cielo sereno.
Malgrado la gente li abbia osservati da sempre - associandoli a volte a manifestazioni sovrannaturali - e da oltre 160 anni l'argomento sia oggetto di disputa scientifica, con oltre 2.000 articoli pubblicati, oggi come allora restano "uno dei maggiori problemi insoluti della fisica" come ebbe a rimarcare il noto astronomo e fisico francese François Arago, tra i primi ad occuparsene.

Esistono almeno una ventina di modelli teorici accreditati per la spiegazione dei fulmini globulari, suddivisi tra quelli che ipotizzano la sorgente di energia interna o esterna al globo: dalle bolle di gas ionizzato ai plasmoidi, dai campi energetici alla sfere "vaporose" di silicio. Ma non c'è interpretazione che riesca a render conto di tutte le caratteristiche descritte e degli effetti prodotti. Inoltre quasi nessuno è riuscito a ricreare in laboratorio qualcosa di simile a un fulmine globulare. Tant'è che per decenni alcuni studiosi hanno negato la stessa esistenza del fenomeno, preferendo l'interpretazione fisiologica di immagini persistenti sulla retina a seguito di esposizione a luce intensa o lampi improvvisi.
Non deve nemmeno sorprendere la quasi assenza di immagini di veri fulmini globulari, interpretabile con la natura imprevedibile e transitoria degli stessi. Di fatto la settantina di foto note sono ampiamente spiegabili in altri termini e in alcuni casi è stata dimostrata anche la frode.
Ma negli ultimi anni, un sempre maggior numero di scienziati ha colto la sfida proposta da questo mistero della natura, mostrando particolare interesse per il suo studio.

Di primaria importanza per la formulazione di qualunque modello teorico è la raccolta e la valutazione di tutte le testimonianze di osservazione. La difficoltà principale è che tali avvistamenti sono, per assenza di riferimenti e informazione, raramente riferiti a ricercatori scientifici.

Il Centro Italiano Studi Ufologici, riconoscendo l'importanza dei fulmini globulari nell'ambito di uno studio scientifico dei fenomeni UFO, nella primavera del 1999 ha avviato, all'interno della Commissione Fenomeni Luminosi in Atmosfera, il primo progetto di catalogazione delle osservazioni italiane di probabili fulmini globulari (in sigla BLITA).

Il catalogo così assemblato è il risultato dell'unione di una preesistente raccolta di osservazioni e letteratura sui BL da parte di alcuni soci del CISU e dei frutti di una collaborazione con alcuni fisici italiani che sono stati stimolati a partecipare a questa indagine.

Il progetto stesso ed alcune risultanze preliminari sono stati oggetto di una relazione a firma di Renato Fedele, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e dello scrivente che è stata presentata al Sesto Simposio Internazionale sui Fulmini Globulari (ISBL99) tenutosi nell'agosto 1999 all'università di Anversa, in Belgio (dove l'Italia veniva rappresentata per la prima
Alla fine del simposio, il russo Vladimir Bychkov, noto per le numerose analisi statistiche sulle osservazioni di BL, si è dichiarato molto contento della realizzazione del database italiano, rendendosi disponibile ad uno scambio di opinioni sul modo di organizzare i dati. E così è stato, nel maggio 2000, in occasione del seminario sui fulmini globulari condotto dal fisico dell'Accademia Russa delle Scienze presso l'università di Napoli. L'incontro - nel corso del quale abbiamo consegnato a Bychkov la versione preliminare del database BLITA e ci è stata fornita una versione aggiornata del suo database di osservazioni russe - ha contribuito ad instaurare una stretta collaborazione tra le nostre due strutture che si svilupperà a breve termine.

Una prima verifica degli oltre 12.000 casi italiani di fenomeni aerei insoliti catalogati dal CISU ha condotto all'estrazione di un campione - secondo lo standard fenomenologico evidenziato dalla letteratura internazionale - di 50 possibili fulmini globulari riferiti agli ultimi cinquant'anni. Una seconda importante fonte di casistica, emersa solo di recente grazie ad un'alacre ricerca bibliografica svolta da alcuni soci del CISU, è la notevole raccolta di osservazioni curata dallo studioso Ignazio Galli nei primi anni del '900 in una serie di monografie e articoli pubblicati dalla Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei.
Tutti i casi raccolti e catalogati nell'Archivio Italiano dei Fulmini Globulari sono stati organizzati in un database informatico composto dai seguenti campi: coordinate spazio-temporali (data, orario, latitudine, longitudine, altitudine), dati descrittivi (colore, dimensione, forma, comportamento, ecc.) e ambientali (meteorologici, topografici).
I campi che compongono la struttura del database sono simili a quelli utilizzati per il database delle osservazioni di BL in Russia. La scelta permetterà un miglior confronto dei valori contenuti nelle due banche dati. Di fatto, progetti analoghi sono già stati avviati in Austria e Ungheria, e numerosi altri cataloghi sono stati prodotti per singole nazioni - quali Russia e Giappone - con caratteristiche climatiche/geografiche/ambientali anche molto differenti tra loro.
Il catalogo preliminare delle osservazioni italiane di probabili BL allo stato attuale contiene 180 episodi concentrati in estate, con un picco a settembre. Rarissime sono invece le segnalazioni a gennaio e febbraio. La distribuzione oraria mostra un massimo intorno a mezzogiorno e un'alta concentrazione anche nelle successive ore pomeridiane e serali. Il 79% dei fulmini globulari presenta un diametro compreso tra 10 e 50 centimetri e la forma sferica è decisamente prevalente. Il rosso è il colore predominante, seguito dal bianco e dall'arancione. La scomparsa del fenomeno è descritta con un'esplosione nel 43% dei casi, mentre le condizioni atmosferiche coincidenti con l'osservazione dei BL sono simili a quelle dei dati raccolti per l'ex-URSS (alta percentuale di casi concomitanti con temporali). Oltre il 75% delle osservazioni avviene in ambiente urbano; danni, per lo più lievi, a cose o persone sono stati riscontrati nel 35% dei casi. Al contrario di altre nazioni, però, sembra che i fulmini globulari in Italia siano maggiormente osservati all'esterno piuttosto che all'interno di edifici.

Attualmente il nostro progetto è alla conclusione della fase preliminare di raccolta e catalogazione delle osservazioni. Completata questa fase, si darà avvio a un lavoro statistico che si svilupperà in tre fasi principali.
La prima consiste in una verifica della consistenza interna del database. La seconda si prefigge di effettuare un confronto tra i casi del BLITA ealtri casi raccolti da fonti differenti (ad esempio il database cosiddetto SKB, dal nome dei suoi autori: Stakhanov, Keul e Bychkov-Amirov). Un simile confronto potrà estendersi poi anche ad altri cataloghi già esistenti e relativi a fenomeni aerei diversi, quali, ad esempio, meteore e bolidi.
Inoltre, verrà condotto su un insieme di rapporti selezionati uno studio sulla localizzazione geografica delle osservazioni, in modo da relazionare gli avvistamenti di BL con particolari caratteristiche ambientali, ad esempio geologiche e geomagnetiche, oppure con altri fenomeni (vedi cadute di fulmini).
La terza fase sarà l'estrazione, effettuata sull'insieme delle osservazioni italiane di BL, di quei casi che potranno costituire l'effettivo database per analisi più approfondite: quei rapporti che mostrano la maggiore somiglianza con le definizioni e i modelli esistenti di BL, e allo stesso tempo che contengono il maggior numero di informazioni descrittive, sia quantitative che qualitative, da sviluppare.

Al momento non è possibile avanzare conclusioni di alcun tipo. Ulteriori osservazioni si aggiungeranno alle 180 sinora catalogate, in quanto sono in corso accurate ricerche bibliografiche per il reperimento di altri possibili BL. Inoltre, è stato predisposto un questionario per la raccolta di osservazioni inedite già inoltrato a tutti i gruppi di astrofili e prossimamente agli osservatori meteorologici. Alcuni appelli sono stati pubblicati su riviste a grande diffusione con buoni riscontri. Chiunque ritiene di aver osservato un fulmine globulare può inoltrare la sua testimonianza a blita@cisu.org.
Ci si attende anche un confronto con altri studiosi che si occupano, ad esempio, di fisica atmosferica e dei plasmi, o che hanno già condotto lavori teorici e/o sperimentali sulla fisica dei fulmini globulari. Il nostro database potrà essere messo a loro disposizione.
Si tenterà, in ultimo, di trovare alcune spiegazioni per una serie di episodi catalogati come avvistamenti di UFO che mostrano alcune analogie con i BL.

Di fatto, esistono numerose affinità fenomenologiche tra BL e alcuni casi UFO, ma, al contempo, molte sono le differenze, e un collegamento diretto, anche se ipotizzato da alcuni sin dagli albori dell'ufologia, non è ancora stato provato.
Già in un rapporto redatto nel 1949 per il Project Grudge dell'aeronautica statunitense un capitolo é dedicato all'argomento. Il super-scettico Philip Klass usa i BL per spiegare molti casi ufologici nel suo primo libro UFO Identified del 1968. E una disamina su UFO, elettricità atmosferica e plasma a firma del fisico Martin Altschuler appare anche nel famigerato Rapporto Condon (1969).
Esistono inoltre alcuni ricercatori che un tempo si sono occupati anche di UFO ed ora sono attivi esclusivamente nella ricerca sui BL. Due esempi sono l'austriaco Alexander Keul che ha organizzato un convegno internazionale sui BL nel 1993, e l'inglese Mark Stenhoff che ha iniziato nel 1977 a raccogliere testimonianze di BL presso la BUFORA, la maggiore organizzazione ufologica di quel paese, e che nel 1999 ha pubblicato la nuova pietra miliare sul fenomeno, Ball Lightning - An Unsolved Problem in Atmospheric Physics (Kluwer Academic / Plenum Publishers).
Valga per tutti, in conclusione, l'autorevole parere del fisico Paul Davies pubblicato sul mensile Second Look nel 1979, ma valido tuttora: "Riconoscere che i rapporti UFO contengono molte descrizioni di fulmini globulari non spiega nessuno dei due fenomeni, poiché il fulmine globulare è esso stesso un mistero".


Paolo Toselli
Responsabile Progetto BLITA