martedì 27 novembre 2001 si è svolto presso l'Auditorium del Club House di Ispra
la conferenza dal titolo
 

Le luci di Hessdalen e la scienza
Presentazione dei risultati di due spedizioni nella valle norvegese

oratore
Massimo Teodorani, Ph.D.
Astrofisico, Consulente Scientifico CNR-IRA
e-mail:
mteo@linenet.it

Questo l'abstract pervenutoci da Teodorani, nostro coordinatore scientifico nelle missioni
EMBLA2000 ed EMBLA2001

Il fenomeno luminoso di Hessdalen viene studiato scientificamente fin dal 1984, quando una commissione di ricercatori professionisti guidati dall'ingegnere elettronico Erling Strand, ora professore assistente all'Østfold College di Sarpsborg, portò alla creazione del "Project Hessdalen". Nel 1984 ebbe luogo una campagna strumentale di misurazione con la quale si dimostrò che il fenomeno luminoso è correlato con perturbazioni magnetiche, produce marcatissime tracce radar, e determina talora balzi improvvisi dell'emissione radio (HF) [5]. Subito dopo il 1994, anno in cui si svolse a Hessdalen un importante convegno internazionale di fisica per discutere del fenomeno, nacque una collaborazione tra il Project Hessdalen e il sottoscritto. Ciò portò alla messa a punto di svariati progetti di ricerca strumentale mirati a testare le varie teorie sul tappeto, e ad un'ulteriore analisi dei dati acquisiti nel 1984 [6, 9]. Questa analisi, che potè confermare tutto quanto effettuato a suo tempo dal Project Hessdalen, fornì anche un nuovo risultato: alcune componenti del fenomeno mostrano una significativa correlazione con l'attività solare. Questa correlazione, pur restando tale dal punto di vista della statistica, non ebbe un seguito dal momento che, nel corso della stessa indagine, si osservò che il fenomeno mostrava anche caratteristiche completamente autonome senza alcuna correlazione con la ionizzazione solare. Il 1995 segna una svolta importamente: è l'anno in cui il sottoscritto coinvolge in questa ricerca anche il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), in particolare il Prof. Stelio Montebugnoli, dirigente tecnologo della Stazione Radioastronomica di Medicina (BO). In quell'anno ebbe così luogo il primo di quattro workshop italo-norvegesi dove al Prof. Strand si aggiunse anche il Prof. Bjorn Gitle Hauge [4]. Nascono così le basi del "Progetto EMBLA", che porterà in seguito anche all'effettuazione di missioni scientifiche italiane a Hessdalen. Nel 1998 il Prof. Strand dà vita alla AMS (Automatic Measurement Station), un vero e proprio osservatorio computerizzato, provvisto di videocamere automatiche, magnetometro, analizzatore di spettro radio e radar [5]. In particolare le videocamere in uso (di diverso tipo) hanno consentito, e consentono tuttora, di monitorare in tempo reale il fenomeno luminoso a Hessdalen. Ciò ha permesso al sottoscritto di costruire una statistica obiettiva dalla quale emerge che il fenomeno luminoso si verifica maggiormente nei periodi invernali e nelle ore che vanno dalle 22 alle ore 01, e che esso presenta una distribuzione assolutamente uniforme nel cielo (e talora sulla terra) senza mostrare aerovie preferenziali [8]. Nel 2000 ebbe luogo la prima spedizione italiana a Hessdalen, denominata EMBLA 2000. Questa missione era soprattutto dedicata al monitoraggio del fenomeno nel campo radio, in particolare nella finestra delle onde lunghe (VLF), progetto che fu suggerito da Flavio Gori di NASA Inspire [3]. Gli analizzatori di spettro approntati da Montebugnoli e dai tecnici suoi collaboratori, vennero installati per un mese all'interno dell'osservatorio norvegese. Ciò portò all'acquisizione di un'enorme quantità di dati, dai quali emersero caratteristiche altamente peculiari [7, 8], in primo luogo la rilevazione degli stessi identici segnali rilevati 16 anni prima dai norvegesi nelle onde corte: balzi improvvisi dell'emissione radio con elevata caratteristica di periodicità. Ma soprattutto la rilevazione di segnali mai registrati prima: segnali marcatamente "doppler" che permettevano di misurare velocità fino a 100.000 km/sec. Un'analisi del sottoscritto ha portato all'elaborazione di un modello fisico dal quale emerge che i "plasmoidi" luminosi di Hessdalen sembrano essere oggetti rapidamente rotanti in grado di espellere particelle a velocità quasi-relativistica e collimate da un fortissimo campo magnetico. Nel corso della stessa missione fu anche possibile documentare e riprendere con videocamera e camera fotografica l'apparizione di fenomeni di luce, alcuni dei quali dalle caratteristiche altamente peculiari. La missione EMBLA 2000 deve la sua realizzazione anche al neonato Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen (CIPH), un istituto scientifico privato diretto dallo studioso Renzo Cabassi, da lui creato per promuovere uno studio scientifico dei fenomeni luminosi anomali in atmosfera [1, 2]. Il CIPH finanziò il sottoscritto per partecipare a questa missione come supervisore scientifico in appoggio ai tecnologi del CNR. Il CIPH ha invece completamente gestito sulla base dei fondi e della strumentazione messi a disposizione, la spedizione EMBLA 2001, missione questa completamente dedicata allo studio eminentemente ottico del fenomeno luminoso [10]. Per un mese intero, sono state effettuate osservazioni sul campo usando un telescopio riflettore, una camera CCD, una sofisticata videocamera CCD, uno spettrografo a bassa dispersione, varie macchnie fotografiche e tutta una serie di detector portatili messi a disposizione dal CNR (presente anche quest'anno assieme a Flavio Gori, ma per un periodo limitato di tempo). Questa missione ha consentito di portare ad una maggiore comprensione del profilo fenomenologico dei globi luminosi, dal quale è emerso che: 1) il fenomeno è costituito da molti sferoidi secondari che sembrano vibrare attorno ad un comune baricentro, alcuni dei quali vengono palesemente espulsi dal corpo centrale, 2) il fenomeno è in grado di cambiare forma e colore in tempi rapidissimi, manifestando in continuazione delle pulsazioni irregolari. Da un punto di vista fisico, si è potuto dimostrare sia spettroscopicamente che fotometricamente che il fenomeno luminoso si comporta nel 95% dei casi come un plasma termico con una temperatura paragonabile a quella della fotosfera solare. Purtuttavia si è dovuto prendere atto di due fattori peculiari: A) la luminosità aumenta solo per via dell'aumento della superficie irradiante e non per via dell'aumento della temperatura che resta pressoché costante senza alcun effetto di raffreddamento: ciò porta a ritenere che si tratti di un plasma confinato all'interno di un fortissimo campo magnetico e che la struttura approssimativamente globulare dei plasmoidi sia dovuta ad un tipo di "forza centrale" che simula la gravità - si pensa in questo caso a mini buchi-neri o a monopoli magnetici - e che fa assumere ai plasmoidi un aspetto simile a quello di una "stella in miniatura", B) così come rilevato nella missione dello scorso anno, una esigua ma significativa parte degli oggetti rilevati non mostra alcuna caratteristica di plasma bensì quella di oggetti solidi illuminati uniformemente, facendo ritenere che la fenomenologia di Hessdalen sia dovuta alla sovrapposizione di due fenomeni dalle caratteristiche differenti oppure da due comportamenti differenti di uno stesso fenomeno. Nel corso di EMBLA 2001 si è potuto anche rilevare l'altissimo livello di elettrificazione dell'intera valle di Hessdalen, in forma di specie di lampi globulari che vengono rilevati ovunque, così in cielo come in terra. Nel corso delle prossime missioni programmate a Hessdalen si sta tuttora progettando di utilizzare uno spettrografo ad alta risoluzione e un "imaging radar".

 REFERENZE INTERNET
[1] Cabassi R. (2001), Convegno CISU,
Verso un'ufologia strumentale
[2] Comitato Italiano Per Il Progetto Hessdalen (CIPH)
[3] Gori F. (2001), Lo Scrittoio,
Hessdalen is a Norwegian valley
[4] Hauge B.G. (2001)
Project EMBLA
[5] Strand E.P.
Project Hessdalen
[6] Teodorani M.& Strand E.P. (2001), CIPH Articoli,
Data Analysis of Anomalous Luminous Phenomena in Hessdalen
[7] Teodorani M., Montebugnoli S. & Monari J. (2000), CIPH Articoli, First steps of the EMBLA Project in Hessdalen
[8] Teodorani M., Montebugnoli S. & Monari J. (2000), NIDS (National Institute for Discovery Science), The Embla 2000 Mission in Hessdalen
[9] Teodorani M. (2001), CIPH Articoli Physics from UFO Data
[10] Teodorani M., Strand E.P., Hauge B.G. (2001), CIPH Articoli EMBLA 2001: The Optical Mission