BL Ball Lightning Fulmini Glubulari
EL Earth Light Luci Telluriche
HELP Hessdalen-Like Phenomena

CIPH
Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen
Italian Committee for the Project Hessdalen


Introduzione alle luci sismiche

di Massimo Silvestri max.silve@libero.it
Bologna, Settembre 1999 -2001


9. Esempi recenti

 

Agosto 1976 - Terremoti nella regione cinese di Sungpan-Pingwu

Nei giorni 16, 22 e 23 agosto 1976, tre forti terremoti (M = 7.2 , 6.8 , 7.2) colpirono la zona di Sungpan-Pingwu nella provincia cinese di Szechan (parte centrale della Cina).
Gli epicentri si spostarono da nord verso sud lungo la faglia di Huya a breve distanza da altre linee di frattura tettonica che rendono la zona estremamente instabile. Prima di passare alla descrizione delle EQLs osservate, vale la pena soffermarsi sul fatto che questi eventi tellurici di intensità elevata, non produssero danni in termini di vite umane, in quanto furono previsti con largo anticipo grazie anche all’osservazione di quei segni precursori spesso snobbati dalla comunità scientifica e che, ancora oggi, trovano delle resistenze dall’essere accettati unanimemente da tutti i ricercatori. Centinaia di osservatori tra scienziati e gente comune, mobilitati per questo evento, osservarono fenomeni quali luci sismiche, inquietudine negli animali, anomalie nelle piante, emissioni di radon e altri gas, correnti telluriche, variazioni del livello delle acquee freatiche ed emissioni acustiche per un totale di 1297 rapporti osservativi.

Le luci sismiche riportate in questo terremoto ricalcano, per forma e modalità di comportamento, quanto già emerso nella casistica precedente: colonne luminose, palle di fuoco, bande luminose, ventagli e velature luminescenti.
Diverse persone, alcune delle quali appartenenti all’ufficio sismologico provinciale, osservarono, il 21 luglio, una sfera infuocata in una zona distante 75 Km dall’area epicentrale. La sfera, del diametro di 1 metro, fuoriuscì dal terreno ad una distanza di circa 100 metri dai testimoni; salita all’altezza di 15 metri (circa), si restrinse fino ad assumere le dimensioni di una pallina da ping-pong. Salita ulteriormente di quota, la sfera si mosse con una traiettoria incurvata (simile a quella di una meteora) e sparì. Nel frattempo, la luminosità della palla si era affievolita e i testimoni poterono osservare una specie di fumo bianco ruotare attorno alla luce; oltre a ciò fu udito un leggero crepitio accompagnato da un odore simile allo zolfo. Nel punto del terreno dove emerse la sfera fu rinvenuto un foro a forma di imbuto. Un'altra testimonianza riporta di una sfera di fuoco vista salire lungo un pergolato di una casa e, una volta raggiunto il tetto, bucarlo. In totale furono osservate circa 1000 palle infuocate di cui 50 in una sola notte.
Di giorno furono raccolte diverse testimonianze riguardanti piccole sfere di fumo che presumibilmente rappresentano il medesimo fenomeno delle sfere di fuoco viste di notte.
La maggior parte di queste osservazioni furono fatte lungo le intersezioni fra i letti dei fiumi e le faglie. Un ricercatore cinese, coinvolto nelle indagini, espresse l’opinione che l’origine di queste sfere fosse da mettere in relazione alla fuoriuscita di gas dal sottosuolo, specialmente in questa regione ricca di gas naturali. Furono riportati diversi casi di emissioni gassose; specialmente in alcuni pozzi dove si vide l’acqua ribollire a lungo. Un campione di gas prelevato per le analisi mostrò un’elevata concentrazione di CO2 (biossido di carbonio). Casi simili furono osservati, alcuni mesi prima, durante il sisma di Lungling (provincia dello Yunnan), dal sismologo Lee Yun Shan dell’ufficio sismologico di Shensi. In quell’occasione ebbe modo di osservare due incredibili fenomeni. La notte prima di una forte scossa d’assestamento (M = 6), sotto un cielo coperto e piovoso, osservò il terreno attorno a sé completamente illuminato come se vi fosse la Luna piena. Alcune notti dopo, sempre sotto un cielo piovoso, osservò una palla infuocata di circa 50 metri di diametro alla distanza di 200 metri. Non credendo a ciò che vedeva, svegliò un collega ed entrambi rimasero per mezz’ora ad osservare il fenomeno. La mattina seguente avvenne un’intensa scossa (M = 5) e recandosi nel punto in cui videro la sfera, trovarono un’ampia traccia nella sabbia ancora calda [51].

 

Novembre 1988 - Gennaio 1989, EQLs in Canada

I fenomeni luminosi (EQLs) osservati nei cieli canadesi dal primo novembre 1988 al 21 gennaio 1989, nella regione di Saguenay (200 Km a nord di Quebec City), mostrano di essere correlati con l'attività sismica sviluppatasi in zone nel medesimo periodo. A fronte di 54 scosse distribuite tra il 23 novembre '88 e il 22 gennaio '89 (in una zona dove l'attività sismica prima di questo periodo era praticamente inesistente e non superava 1,5 M) si raccolsero ben 52 avvistamenti di EQLs nel periodo tra il primo novembre '88 e il 21 gennaio '89 (dei quali solo per 46 se ne ha una descrizione approfondita in quanto i relativi testimoni compilarono il questionario inviatogli dai ricercatori).
Vi furono diversi casi di EQLs (5) prima dell'inizio dell'attività sismica sancita con terremoto (4,8 M) del 23 novembre (con 14 EQLs solo in questa giornata). Dopo questa prima scossa di avvertimento il Geological Survey of Canada installò una rete di sismografi portatili accanto a quella fissa già esistente, per migliorarne la precisione. Con questa nuova rete si ottenne un’accurata monitorizzazione dell'attività sismica della zona, che permise di registrare tutti gli eventi sismici di intensità superiore a 0,1 M. Analizzando questi dati con quelli provenienti dalle osservazioni delle EQLs, si pervenne ai seguenti risultati:

  1. Il 70% delle luci (calcolate sui 46 casi) furono osservate tra i 4 e i 35 Km a nord della zona epicentrale (questo dato risente molto della distribuzione delle principali città nella regione).
  2. Dal 1 al 27 novembre si osservarono 39 EQLs e dal 23 al 30 novembre si registrarono ben 33 scosse (61% del tot.); due principali e 31 di assestamento, per un accumulo totale di magnitudo pari 66,5 (åM) contro un totale di 54 scosse e åM = 83,7.
  3. I giorni di novembre con il maggior numero di EQLs presentano una correlazione significativa con le 2 scosse principali avvenute sempre in questo mese.
  4. La medesima correlazione viene mostrata per le 5 scosse intercorse tra il 16 e 22 gennaio  (M = 0,8-3,6 e åM = 10,1) e i 6 casi di luci registrati il 16, 19 e 21 corrente mese.
  5. Il 93% delle luci riportate in novembre furono osservate nel periodo della giornata compresa fra le 18:00 e le 24:00.
  6. Dal momento che, nel periodo invernale, solo poche persone risultano sveglie dopo la mezzanotte e che la distribuzione delle EQL segue quella della popolazione, si ha il ragionevole dubbio che i casi di luci sismiche siano in realtà in numero superiore a quanto osservato.

Le forme luminose riportate dai testimoni possono essere suddivise nelle seguenti categorie:

  1. Luci scintillanti senza alcuna emissione sonora.
  2. Luci diffuse istantanee simili ai lampi di calore che rischiarano parte del cielo con una luminosità simile a quella del tramonto.
  3. Bande luminose simili ai fenomeni aurorali.
  4. Palle di fuoco con diametro di vari metri, viste fuoriuscire spesso dal suolo, in maniera ripetitiva, e salire in cielo; in alcuni casi i testimoni erano a breve distanza dall'evento. Altri riportano di sfere stazionarie in cielo; oppure di notevole interesse, i casi di sferule luminose viste gocciolare da una palla di fuoco più grande, per poi scomparire dopo poco, sotto di essa.
  5. Furono notati solo 2 casi di lingue di fuoco viste fuoriuscire dal terreno.

I colori che con maggiore frequenza emersero dai racconti testimoniali sono l'arancione, il giallo, il bianco e il verde [52].

 

17 Gennaio 1995, terremoto a Hyogo-ken Nanbu (zona costiera di Kobe, Jpn)

Per ultimo, in questa rassegna di casi recenti, analizziamo gli avvenimenti che accaddero il 17 gennaio 1995, durante il sisma che investì la zona di Kobe, con una magnitudo pari a 7,2 e che avvenendo alle 5:46 del mattino (ora locale), favorì l’osservazione di quei fenomeni luminosi che accompagnarono il terremoto.
La paziente raccolta dei dati operata da T. Tsukuda, dell’istituto di ricerca sui terremoti dell’università di Tokyo, permise di ricostruire gli avvenimenti occorsi in quella fatidica mattina.
I fatti si svolsero secondo una trama ben collaudata e già riscontrata in altri eventi simili; alle 5:46 un forte terremoto colpì la zona di Hyogo-ken Nanbu, nelle vicinanze della città di Kobe. In quegli istanti oltre allo scuotimento del suolo una parte della popolazione, già sveglia a quell’ora, osservò e riportò l’apparizione di diversi fenomeni luminosi in cielo. Tsukuda raccolse le testimonianze riguardanti 23 casi di EQL, alcuni dei quali con più di un testimone dislocati anche in luoghi diversi (questo si rivelerà fondamentale per la stima della distanza, dimensione e intensità luminosa del fenomeno ottico).
Le luminescenze osservate possono essere ricondotte, dal punto di vista della forma assunta, a 4 tipi fondamentali: fulmini, semisfere con base al suolo (la classica forma a cupola del tipo già citato da Yasui), a ventaglio (strisce luminose che dal terreno salgono in cielo aprendosi, dando appunto l’impressione di osservare l’oggetto citato) e strisce orizzontali in cielo. Si registrò un solo caso di luce sferica, allungata orizzontalmente, di colore blu che comparve all’interno di una camera da letto, in concomitanza con la scossa.
Le testimonianze raccolte permisero a Tsukuda di compilare un elenco delle EQL, accludendo oltre alla forma, colore e durata temporale anche le condizioni meteo e il periodo di comparsa rispetto alla fase del terremoto. Qui il ricercatore giapponese operò un’ulteriore suddivisione rispetto alle consuete fasi già utilizzate in precedenza (prima, durante e dopo); egli infatti suddivise il periodo che precede l’arrivo del sisma in 2 ulteriori periodi, operando un distinguo fra ”luci osservate durante l’ascolto di rumori e brontolii sotterranei che precedono il terremoto” e le “luci osservate immediatamente prima della prima scossa”.
Dopo questa precisazione passiamo a visionare la tabella riassuntiva delle EQLs:

 

Luci osservate prima dell’arrivo delle scosse durante il manifestarsi di rumori sotterranei

7 casi

Luci osservate immediatamente prima della prima scossa

6 casi

Luci osservate durante il sisma

8 casi

Luci osservate dopo

1 caso

Casi incerti (dal punto di vista temporale)

1 caso

 

Da quanto riportato sopra si evince che il 56,5% delle EQL segnalate, furono osservate prima dell’arrivo delle scosse e di queste la metà in concomitanza con rumori sotterranei.
Ciò riveste una particolare importanza in quanto (come vedremo in seguito) suggerirebbe un probabile processo formativo di queste luci. I colori osservati risultano l'arancione  associato prevalentemente alle luci di forma semisferica; il bianco - blu per i fulmini, mentre per le strisce luminose sono stati riportati il blu - verde, l’arancione e il rosso. Per quasi tutti i casi (tranne 4) i testimoni riportano le condizioni atmosferiche che vanno dal nuvoloso alla leggera pioggia, ma questo non ha impedito di utilizzare la Luna piena (in un caso) come riferimento nel stimare l’intensità luminosa di un fenomeno osservato.
Anche la durata di queste luci risulta, specialmente per alcune di esse, incredibilmente lunga, come per una luce a semisfera di cui un testimone ne osservò l’evoluzione ad una distanza di  4 Km (circa): inizialmente la sorgente luminosa era bassa nel cielo e di uno splendente colore bianco, poi la parte centrale divenne arancione e cominciò ad espandersi, in tutte le direzioni, assumendo la forma di una cupola con base a terra. Il fenomeno luminoso persistette per oltre 30 secondi.
Altre persone riportarono l’osservazione di luci che ricordano lontanamente la forma di un ventaglio; dai colori bianco - blu e che in un caso rimase visibile dai 5 ai 10 secondi.
Per i fulmini i tempi di persistenza, riportati dai testimoni, sono di 1 - 2 secondi.
A questo proposito, nello scritto di Tsukuda non viene fornita nessuna indicazione del fatto che questi fulmini possano derivare da un normale temporale visto le condizioni di cielo coperto e ciò solleva parecchi dubbi. Tutte le luci sono apparse in un raggio di 50 Km dall’epicentro principale e la distribuzione delle EQLs risultano leggermente allineate con gli epicentri delle scosse d’assestamento. Alcuni fenomeni ottici occorsero sopra a diverse città della zona e questo diede l’opportunità a Tsukuda, sfruttando dei punti di riferimento noti come palazzi e torri, di determinarne le dimensioni, l’altezza dal suolo e l’intensità luminosa. Una striscia luminescente di colore bluastro osservata sopra la città di Kobe, fu stimata ad un’altezza di 150 - 200 metri s.l.m., nella parte centrale della città (ricordo che Kobe è una città marittima quindi l’altezza della EQL riferita al livello del mare coincide con l’altezza effettiva in cui si verificò il fenomeno). Per un caso di EQL a forma di arco e dal colore arancione, le testimonianze permisero di calcolarne le dimensioni reali, che con buona approssimazione risultarono di 1 Km di lunghezza ad un’altezza di 200 metri. Sempre utilizzando le informazioni raccolte, si stimò l’intensità luminosa e la relativa luminosità (grazie al paragone fatto da due testimoni all’intensità della Luna piena osservata prima del verificarsi degli eventi) in poco meno di  9,8x106 cd. e 9,8x102 cd./m2.
Oltre a questi avvenimenti Tsukuda raccolse anche le testimonianze di particolari nebbie, o nubi di polvere, sollevatesi in aria una decina di minuti prima del terremoto nella zona attorno alla città di Nishinomya (est di Kobe); la massa fu descritta come piuttosto luminosa.
Questo fatto unitamente ai rumori sotterranei permise al ricercatore di avanzare delle ipotesi verso probabili meccanismi geofisici alla base di queste luminescenze; infatti viene chiamata in causa la presenza di aerosol ionizzati (vedi ipotesi di Tributsch), come possibili promotori di EQL a bassa quota. Un’altra possibilità, sempre offerta dalla comparsa di queste nebbie o polveri in sospensione è che la loro presenza abbia abbassato la rigidità dielettrica dell’aria, permettendo l’instaurarsi di scariche elettriche ed effetti corona, fenomeni potenzialmente luminosi dovuti alla presenza di una forte elettricità atmosferica. In questo caso l’aumento dell’elettricità atmosferica potrebbe dipendere non solo dalla presenza di aerosol ionizzati, ma anche dall'instaurarsi di un effetto piezoelettrico, dovuto ad un aumento dello farmaciaditurno24 stress nelle rocce sottostanti la zona interessata dal sisma. Anche l’emissione di forti rumori sotterranei possono rappresentare un valido indizio riguardante i possibili processi geofisici coinvolti nella creazione dei fenomeni luminosi; infatti il potenziale elettrico in prossimità del suolo potrebbe subire un repentino incremento, grazie meccanismo di separazione di carica determinato dalla repentina comparsa di crepe e fratture (vedi “Campo elettrico dovuto al contatto o alla separazione di materiali rocciosi”) e dai quali i borbottii sotterranei trarrebbero origine.
Non si esclude comunque la conversione diretta del suono in luce, tramite il ben noto processo di fonoluminescenza.

Allo stato attuale della ricerca, Tsukuda non può avvalorare quale processo, o insieme di processi, abbiano generato queste luci e comunque, a meno che non subentrino nuovi dati, di natura strumentale, dubito fortemente che con le sole testimonianze umane (anche se precise e dettagliate) si possa giungere ad un qualche risultato che si discosti da quello attualmente raggiunto [56].

 

  8)  Nel paese del Sol Levante

indice

 10) L'attività solare influenza i terremoti 

 

 

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