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Introduzione alle luci sismiche di Massimo Silvestri
max.silve@libero.it |
5.
Luci sismiche in mare
Le ipotesi precedentemente analizzate non escludono la
possibilità di fenomeni luminosi in mare, anche se i
meccanismi fino ad ora proposti sono ancora carenti; nè si
sarebbe potuto negarle, visto il numero delle testimonianze raccolte
a riprova di questo evento.
Significativa è la ricerca pubblicata nel 1960 da Kurt Kalle,
dell'Istituto Idrografico di Amburgo che, analizzando 70 rapporti
redatti da capitani di navi sui fenomeni luminosi che appaiono in
mare, 19 di questi descrivono la presenza di sfere luminose
provenienti dalle profondità marine con diametro di 1 metro;
queste sfere raggiungevano la superficie e si disintegravano senza
emettere alcun suono in dischi abbaglianti di circa 100 metri di
diametro! Questi fenomeni furono registrati unicamente in zone marine
tropicali e vulcanicamente attive. Vediamone alcuni esempi.
Primo settembre 1726 a Palermo. Alcuni istanti prima della scossa
furono viste in cielo due colonne luminose, infuocate, che gettandosi
in mare continuarono a rimare accese anche dentro l'acqua. In un
giorno di dicembre del 1736, in una zona equatoriale sud americana
(Latacunga, Ecuador), l'astronomo Pietro Bouguer riferì che
durante un sisma vide fuoriuscire delle fiamme dal fondo del lago che
attraversarono l'acqua senza spegnersi.
Palermo, nel marzo del 1743, fu scossa nel cuore della notte dal
terremoto. Fra la prima e la seconda scossa venne riferito di una
fiamma vista alzarsi nella zona di Monreale e in un istante
attraversare la città, emettendo un sibilo, per poi tuffarsi
in mare. Qui si sparse lungo la superficie dell'acqua lasciandola
luminosa per un tempo apprezzabile. La fiamma, nel suo volo in cielo,
venne paragonata all'aurora boreale.
Il rovinoso sisma che colpì il 16 febbraio 1783 la zona di
Reggio Calabria e Messina in ore notturne, provocò
lapparizione di molti fenomeni luminosi fra cui uno veramente
degno di nota. Il capitano di una nave svedese, situata a 20 miglia
dal faro di Messina osservò, nella notte del sisma, delle
fiamme avanzare dal fondo del mare e toccando lacqua la
sentì molto calda. Il 29 dicembre 1820 presso lisola di
Zante (Grecia) fu osservato del fuoco sulla superficie del mare
alcuni minuti prima della scossa. Il giorno dopo presso le isole
Ionie, alcuni minuti prima della scossa, fu vista una palla di fuoco
sopra al mare per 5 o 6 minuti.[4, 5, 10, 46]
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