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Introduzione alle luci sismiche di Massimo Silvestri
max.silve@libero.it |
2.
Luci sismiche nella storia
Tra i primi riferimenti alle EQL troviamo un racconto risalente al
periodo degli egizi:
"Aprendo crepacci nei monti e con rovesci di pioggia e lampi un
terremoto accompagna la rinascita del re", si legge in uno dei
testi delle piramidi [3].
Più vicino a noi, per il luogo più che per il tempo, la
narrazione di Plinio il Vecchio, che nella sua opera "Historia
Naturalis" descrive un evento luminoso avvenuto durante il terremoto
nei pressi di Modena, nel 89 a.C.:
"Come potei reperire nei libri sacri etruschi, un tempo, sotto i
consoli Marzio e Sesto Giulio, durante un terremoto nella zona
modenese si verificò un avvenimento alquanto singolare.
Infatti due montagne si scontrarono, squarciandosi e retrocedendo con
grande fragore, mentre alla piena luce del giorno, sotto gli occhi di
numerosi cavalieri romani, della loro servitù e di altri
viandanti sulla via Emilia, fra di essi guizzavano al cielo fiamme e
fumo. Per via di questo scontro furono distrutti tutti i casolari e
uccisi molti animali che vi si trovavano".
Questo fatto trova conferma anche negli scritti di Giulio Ossequente
riferendosi al terremoto avvenuto negli anni dei medesimi consoli
sopra citati.
Nel secolo scorso (XIX sec.) laccademico prof. Bianconi
collocò questo sisma nei pressi della salsa di Sassuolo
dove nel tempo si verificarono casi analoghi [4,5].
Lo storico Cornelio Tacito nel suo "Annalium" cita un poderoso
terremoto avvenuto il 17 d.C., che distrusse 13 città in Asia
Minore sotto i consoli Cecilio e Pomponio: furono viste immense
fiamme scaturire al momento della scossa [5].
Veniamo a tempi relativamente più recenti dove, in una cronaca
di Antonio Ghiselli apprendiamo che la notte tra il 20 e 21 luglio
1399, Bologna fu scossa da un forte terremoto che provocò
parecchi danni e contemporaneamente fu vista volare nel cielo
una "trave di fuoco ardente".
A Ferrara nelle notti tra il 16 e il 18 novembre 1570 si registrarono
due scosse ( la seconda molto più intensa) e fra le
testimonianze raccolte si menzionano rombi sotterranei, bagliori
repentini in cielo, rigonfiamento delle acque del Po (dovute con
molta probabilità al sollevamento dellalveo del fiume) e
lemissione, in alcune zone circostanti la città, di
acque nerastre, fumo denso (menzionando anche il fatto che il cielo
in altre parti di Ferrara era limpido), e da varie crepe nel terreno
fuoriuscirono esalazioni di calore che sciolsero la neve
circostante.
Ben più enigmatici i fatti avvenuti nella seconda metà
di febbraio del 1600 ad Arequipa, in Perù e raccolti dal
Galli:
"Il 18 febbraio del 1600 incominciò una violenta eruzione
del vulcano Huayna-Putina, lontano 70 chilometri da Arequipa. Qualche
giorno dopo, come seppe il p. Martino Del Rio da lettere di
missionari presenti al fatto, si videro scorrazzare molti globi di
fuoco intorno a quella città, uno dei quali, assai grande, si
slanciò dalla chiesa nel chiostro e poi sulla strada, ove
sparì spargendo una luce simile a quello dello zolfo acceso,
mentre una forte scossa (dovuta al terremoto) abbatteva molte
case".
Un secolo dopo, il 2 febbraio del 1703, la zona compresa tra Norcia e
lAquila, fu colpita da un terremoto che causò spavento,
distruzione e singolari effetti naturali (narrati dai testimoni),
quali fuoriuscita di fiamme e fiammelle dal terreno, emissioni di
fumo, esalazioni di zolfo e odori di sostanze bituminose che
impregnarono laria, aumento del livello delle acque nei pozzi e
formazione di sorgenti sulfuree [5].
Arriviamo al rovinoso terremoto di Ognissanti del primo novembre
1755, che distrusse e cancellò completamente Lisbona, con
scosse e maremoti e causando la morte di migliaia di persone. Questo
fatto suscitò grande scalpore e incentivò gli
illuministi europei a studiare questa distruttiva forza della natura;
ciò permise la raccolta di parecchie informazioni sia sul
fenomeno in sé, che su gli effetti collaterali prodotti.
Uno fra tutti fu Immanuel Kant (1724-1804), filosofo tedesco che a
seguito di questi fatti incominciò ad interessarsene e col
tempo pubblicò tre opere straordinarie.
Kant riferisce che mentre Lisbona era rasa al suolo, le acque di
sorgenti, laghi e fiumi posti in luoghi a notevole distanza dalla
città portoghese (Svizzera, Svezia, Norvegia), furono scossi
in maniera maggiore di quanto solitamente si era soliti vederli
durante una tempesta e di contro il clima era calmo e tranquillo. Le
acque del lago Neuchatel e quelle di Meiningen si abbassarono per poi
tornare a livello regolare. A Gemenos (Provenza), una sorgente
trasformò le sue acque in melma che poi si tinsero di
rosso.
Proseguendo nei suoi studi sui terremoti, Kant raccolse dati su
particolari fenomeni che precedettero e accompagnarono le scosse.
Lampi e fenomeni luminosi furono spesso osservati precedere le
scosse, come pure una certa irrequietezza mostrata dagli animali.
Otto giorni prima di un terremoto, la terra di Cadice si coprì
di vermi fuoriusciti dalle proprie tane. A Taum, in Irlanda, apparve
un fenomeno luminoso sul mare a forma di bandiera, dal quale si
propagò una luce abbagliante, seguita poi da una forte scossa
di terremoto. In questo periodo storico iniziano pure, da parte degli
scienziati dellepoca, le prime esperienze nel campo
dellelettricità e del magnetismo e ciò fa si che
vengano prestate particolari attenzioni a certi fatti.
Kant scrive:" Non posso passare sotto silenzio il fatto che in
quel tremendo dì di Ognissanti, ad Augsburg, le calamite
lasciarono cadere il loro carico e gli aghi magnetici si agitarono
disordinatamente. Già Boyle riferisce che una volta, a Napoli,
dopo un terremoto, si verifico un fatto analogo. Conosciamo troppo
poco la natura occulta del magnete per poterci spiegare
lorigine di tale fenomeno." [6].
Bisognerà attendere il trascorrere di un secolo, per giungere
alla commissione di studio spagnola, nominata dal governo, per
indagare sul rovinoso terremoto che colpì lAndalusia il
25 dicembre 1884.Tutto accadde alle 21:10 di sera (ora di Madrid) in
presenza di buone condizioni meteorologiche; durante le scosse
sussultorie e ondulatorie, fu osservato ogni tipo di manifestazione
luminosa.
Si riferì dellaurora boreale in due distinti luoghi
(Rubite e Velez di Benaudalla), anche se molti, vista la bassa
latitudine, le ritennero luci diffuse. A Granada il cielo si tinse di
rosso e persistette in questo stato per molto tempo. Ad Alcade di
Niguelas, contemporaneamente alle prime scosse, le campagne furono
invase da luce rossa.
Nelle zone maggiormente colpite dal sisma (Murchas, Periana,
Zafarraya) si produssero nebbie luminose, come quella comparsa a
Bagni di Vilo (Periana) che si suddivise in due masse dirigendosi una
verso est e laltra verso ovest, seguendo la propagazione del
terremoto. Si formarono crepe e fenditure nel terreno, da cui
fuoriuscirono fumo, colonne di fuoco, luci fosforiche e piccole masse
infuocate.
Di grandissima importanza furono le risposte fornite dalla
commissione spagnola, perchè fu una delle prime, se non la
prima in assoluto, a compiere una indagine scientifica in cui vennero
prese in considerazione le luci sismiche, oltre a fornire chiare
indicazioni su quali meccanismi ne potessero essere alla base. In una
parte dello studio "Terremotos de Andalucia. Informe de la
Comision nombrada para su estudio. Madrid 1885" si legge:
"Rispetto alla comparsa di fiamme o fuochi fatui, che sono così frequenti nei grandi terremoti, e rendono luminose le colonne di gas e vapori, e illuminano lo spazio, non già come baleni, ma piuttosto come aurore boreali o luci fosforiche, ne abbiamo una spiegazione semplicissima quando si ammetta la teoria geodinamica, fondata principalmente sul vapore dacqua. Questo, infatti, salendo con sufficiente pressione per le fessure, può dare origine ad una manifestazione elettrica, come si ottiene artificialmente nei gabinetti di fisica colla macchina di Armstrong ..Rispetto poi agli altri fenomeni dovuti alla elettricità atmosferica, si comprende bene che essendo così accumulata, dovettero presentarsi tutti o quasi tutti: perciò, non solo si ebbero luci elettriche, delle quali abbiamo già parlato a proposito dei gas sprigionati, ma perfino aurore boreali vedute a Rubite e a Velez di Benaudalla. E perchè nulla manchi a questo quadro di fenomeni, fu ammirata ad Orgiva anche lapparizione di un bolide o globo di fuoco: questo è lunico fenomeno che non si spiega colla teoria del vapore acqueo e dei gas, che circolando per la terra e producendo una grande pressione, si aprono unuscita."
Anche se appare ingenua (vista ai nostri tempi)
linterpretazione su come si sviluppa un terremoto, risulta
meritorio il fatto di aver associato le EQL ad un meccanismo di
scarica elettrica la cui separazione di carica è data dal
vapore acqueo.
Notevoli furono le testimonianze raccolte dai sismologi Taramelli e
Mercalli, inviati in Spagna dal governo italiano per indagare su
questo tragico avvenimento.
Pur giungendo sul luogo del disastro dopo 4 mesi, riuscirono a
raccogliere diverse testimonianze su effetti luminosi avvenuti
durante il terremoto.
Nebbie abbondanti e fumo osservati da più parti; a Grenada si
videro lampi a ciel sereno, ad Arena de Rey luci fosforiche e in
ultimo presso Malaga, calpestando il terreno coi piedi,
questultimo emetteva luce fosforescente [5].
Giungiamo così allinizio del XX secolo e gli studi sui
fenomeni luminosi trovano eco nella relazione presentata dal prof.
Ignazio Galli, al congresso dei naturalisti italiani, tenutosi a
Milano dal 15 al 19 settembre del 1906. In questa relazione vengono
presentati alcuni casi, ed una prima analisi del fenomeno
[7].
Nel 1910, sul Bollettino della Società Sismologica Italiana,
il Galli pubblica quello che può essere definito il primo
catalogo mondiale sui fenomeni luminosi che accompagnano i terremoti,
con 148 casi provenienti da tutto il mondo (con una prevalenza di
quelli italiani).
Nel frattempo il naturalista De Montessus De Ballore riferisce di
fenomeni luminosi avvenuti in Cile durante il sisma di Valparaiso del
16 agosto 1916.
Le cose non vanno diversamente in Giappone, altra terra che da tempo
immemorabile subisce le devastazioni dei terremoti. Anche qui le
popolazioni, abituate a convivere con questo flagello, impararono a
riconoscere quelle variazioni ambientali che possono presentarsi
prima di una scossa e che furono, a torto o a ragione, definite come
i segni precursori del sisma.
Il comportamento insolito degli animali come pesci, uccelli e
serpenti; fenomeni di natura elettrica e magnetica; la comparsa di
nebbie, brume e fenomeni luminosi, suggerirebbero alla popolazione il
sopraggiungere del pericolo. Per cui nulla di nuovo sotto il sole,
stessi aneddoti e racconti già riscontrati in altri luoghi
affetti dalla medesima calamità.
A seguito del forte terremoto che colpì la penisola di Izu
(Jp) il 26 novembre 1930, vi furono talmente tanti fenomeni luminosi
e di tale intensità, che si riuscì a raccogliere
più di 1500 testimonianze [9].
Le numerose osservazioni di EQL provenienti da questo e da altri
terremoti, spinsero alcuni scienziati di quel periodo, come Terada e
Musya, ad interessarsi di questo fenomeno, raccogliendo testimonianze
e riproducendo in laboratorio delle emissioni luminose da campioni di
rocce, a supporto delle loro tesi [10,11,12 ].
Tutti questi sforzi non riuscirono ad impedire che questo nuovo
soggetto di ricerca fosse nuovamente trascurato, tanto che
bisognerà attendere le foto scattate durante le numerose
scosse che colpirono la zona di Matsushiro (Jp), dal 1965 al 1967,
per vedere nuovamente la comunità scientifica al lavoro
[9].
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Foto 1: Passo di Jizo, 04:21 (JST), 7 Febbraio 1966 (foto di Kuribayashi, T). |
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Foto 2: Zona vicino a Monte Saijo, 04:17 (JST), 12 Febbraio 1966 (foto di Kuribayashi, T). |
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Foto 3: Area attorno a Monte Kimyo, 03:25 (JST), 26 Settembre 1966 (foto di Kuribayashi, T). |
Foto da Matsushiro (Steinbrugge Collection, Earthquake Engineering Research Center, University of California, Berkeley).
Sempre nello stesso periodo, in Unione Sovietica, furono gli
stessi scienziati ad osservare e riportare la presenza di EQL durante
il sisma di Tashkent (1966) [4].
Negli anni '70 e '80, alcuni ricercatori riuscirono a riprodurre in
ambiente controllato, come quello del laboratorio, emissioni luminose
ed elettromagnetiche da vari tipi di rocce e ciò diede un
nuovo impulso alla ricerca sulle EQL; senza considerare il fatto che
vi erano già i risultati positivi delle esperienze condotte da
Terada (1931) e ancor prima da Milne (1911) [Appendice,
Nota A].
Dopo questa veloce escursione nel mondo delle EQL, da non considerarsi esaustiva , in quanto i casi citati sono solo una piccolissima parte di quelli effettivamente registrati, arriviamo ai giorni nostri e analizziamo lo stato attuale della ricerca con le varie teorie proposte a spiegazione di questi enigmatici fenomeni.
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